Un weekend a Bologna


Un giro a Bologna tra antiche architetture, periferie rinate e luoghi proiettati al futuro

Bologna ha le giuste misure, è proporzionata e facile, accogliente e buona, antica e sperimentale. Ci si accorge subito della predilezione per i piaceri terreni e il buon vivere, ma è anche culla di artisti e intellettuali, base di battaglie studentesche e politiche. Non c'è da stupirsi che si sia guadagnata tanti soprannomi: rossa per il pullulare degli edifici medievali e per l’ideologia politica, turrita per le cento torri che in passato la sovrastavano (ne sono rimaste una ventina), grassa per la dote in cucina, dotta perché ospita l’ateneo più antico d’Europa.

Bologna, i portici

Bologna antica
Per approcciare Bologna senza troppi convenevoli ci si può perdere sotto i portici, sbirciare negli androni dei palazzi e
accorgersi di meraviglie nascoste, scovare bontà e gentilezza nelle botteghe artigianali. 38 km di portici che dal 2021 sono
patrimonio Unesco.
Ma ci sono cose da cui non si può prescindere. Come le bellezze artistiche e architettoniche del centro storico. A partire da
piazza Maggiore, che dal XIII secolo è il cuore della città. I suoi edifici, così diversi tra loro, sono lì a mostrare le
trasformazioni che l’hanno interessata nel corso dei secoli. A partire dalla Basilica di San Petronio, la cui prima pietra è
stata posata nel 1390. Antonio di Vincenzo, l’architetto progettista, aveva l’ambizione altissima (e una grande autostima
probabilmente) di costruire la più grande chiesa del mondo. La storia ha fatto il suo corso e oggi è la quarta chiesa più
grande d’Italia. Poi ci sono il palazzo dei Notai dei secoli XIV e XV, il Palazzo del Podestà, costruito a partire dal 1485, la
Fontana del Nettuno (1563-66) presa d’assalto dalle fotocamere degli smartphone, il Palazzo d’Accursio, sede del Comune,
con la sua torre dell’Orologio, e il cinquecentesco Palazzo dei Banchi, chiamato in questo modo per le botteghe dei
cambiavalute che un tempo riempivano il suo porticato. Nel mezzo il crescentone, un rettangolo rialzato in granito rosa
costruito nel 1934 che prende il nome dalla focaccia bolognese.

Bologna, Archiginnasio

Basta percorrere poco più di dieci metri del Pavaglione, il portico di 30 arcate che corre lungo il fianco della basilica di San
Petronio per raggiungere l’Archiginnasio. Lo volle Carlo Borromeo, e fu costruito tra il 1562 e 1563 come collettore delle
lezioni universitarie. Ci pensò l’architetto Antonio Morandi a progettare il palazzo, che fu sede universitaria fino al 1803.
Varcate la soglia anche solo per vedere il cortile, colmo di stemmi colorati in onore di professori e studenti del 500 e 600.
Ma sappiate che all’interno c’è il Teatro Anatomico da vedere, la sala progettata nel 1637 e adibita alle lezioni anatomiche
dell’architetto bolognese Antonio Paolucci detto il Levanti. È tutta in legno d’abete.

Bologna, Due Torri (torre Garlenda e torre degli Asinelli)

Come resistere poi alle due signore di Bologna? Le due torri pendenti, Garlenda e degli Asinelli, rivali o alleate a seconda
degli eventi storici, stanno lì a fare da sentinelle alla città. Salite su quella degli Asinelli e vi farà anche da bussola.
Altro magnete, piazza Santo Stefano. Elegante o verace, i pareri sono diversi. Sicuramente vivace, perché è spesso location
di concerti ed eventi e intorno e poco più in là ci sono locali e botteghe stipati di gente. E poi c’è il complesso
monumentale di Santo Stefano, altrimenti noto come “sette chiese”, che suggerisce l’unione di più edifici sorti in epoche
diverse. Per molti secoli abbazia benedettina e oggi convento francescano, ha una storia così lunga che è impossibile
ridurla in poche righe: tocca visitarlo.

Bologna, Mast

Bologna Pop: Pratello
C’è un quartiere a Bologna che è sempre stato preceduto da aggettivi poco qualificanti. Crocevie di culture e maniere,
buone o cattive, oggi ha la fama di essere un quartiere street social. Popolare sì, con un’anima anche. Senza showroom né
banche, è vuoto di giorno ed esuberante di sera, dall’aperitivo in avanti. Un’enclave multietnica, pop o rock, funky o
reggae a un tiro di schioppo dalla borghesia del centro. Un luogo in cui uno dietro l’altro sfilano osterie e locali e che è
diventato un gettonatissimo luogo di ritrovo e condivisione.

Bologna futurista
Siamo nella città della gloriosa e antichissima Alma Mater Studiorum, classe 1088, un vanto a livello europeo. E del Dams.
Quel corso di laurea in discipline delle arti, della musica e dello spettacolo nato nel ‘71. Controcorrente e innovativo,
anticonformista e audace, tra lezioni-performance e docenti vip, era malvisto da alcuni bolognesi, perché era un corso
buono solo per rivoluzionari, drogati e fannulloni. Tanto che talvolta, sugli annunci delle case in affitto, alla voce “no cani”
seguiva “no dams”. E invece. Oggi il Dams prospera e continua ad attirare giovani da ogni parte del mondo.
E se già negli anni ’70 Bologna era proiettata al futuro, figuriamoci oggi: è un piccolo laboratorio delle novità. Bologna va
veloce quasi quanto una metropoli. A testimoniarlo spazi che fungono non solo da espositori, ma sono anche fucine di idee
e sperimentazioni. Come il MAMbo, che ha sede nell’ex forno del pane della città, dove si ripercorre la storia dell’arte
italiana dal secondo dopoguerra a oggi, la Fondazione MAST, manifattura delle arti e della tecnologia, o DumBo, un
distretto multifunzionale di 40 mila metri quadrati, nell’ex scalo merci Ravone, dove imprese, associazioni, istituzioni
convivono e lavorano per la cultura, l’arte, il lavoro.

Bologna da mangiare
A Bologna verrete assaliti da una passione irrefrenabile per il cibo, a cui non potrete fare a meno di dichiarare una volta
per tutte il vostro amore. Del resto la gastronomia è parte dell’identità bolognese. Ma al di là dei ristoranti, Bologna è
anche la città della socialità vissuta al mercato. Non resta che andare all’Antico mercato del Quadrilatero, il quartier
generale di artigiani e mercanti dal Medioevo in poi. È un susseguirsi senza sosta di bancarelle traboccanti di frutta,
verdura, pesce, antichi empori, negozi e osterie storici. Oppure al Mercato delle Erbe, dove fare la spesa come un vero
local o fermarsi per l’aperitivo.

INFO UTILI

Distanza da Barberino Designer Outlet a Bologna circa 75 km, tempo di percorrenza circa 1h

Basilica of San Petronio. Piazza Galvani 5, tel. 051231415, 

Palazzo d'Accursio/City Hall. Piazza Maggiore 6, tel. 051203040, 

Palazzo del Podestà. Visitabile solo in occasione di mostre ed eventi

Palazzo dei Notai. Via d’Azeglio 2. Visitabile solo in occasione di mostre ed eventi

Archiginnasio – Anatomical Theatre. Piazza Galvani 1, tel. 051276811

Torre degli Asinelli. Piazza di Porta Ravegnana

Complex of Santo Stefano. Via S. Stefano 24, tel. 0514983423

MAMbo – Bologna Museum of Modern Art. Via Don Minzoni 14, tel. 0516496611

Fondazione MAST. Via Speranza 42

DumBo. Via C. Casarini 19, tel. 0510493742

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