Emilio Pucci
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EMILIO PUCCI, MARCHESE DI BARSENTO
Nato nel 1914 in una delle più antiche famiglie fiorentine, Emilio Pucci, il Marchese di Barsento, divenne un fenomeno della moda negli anni ’50, grazie alla sua visione avveniristica, che ancora oggi si riflette nelle creazioni della maison.
Pur prediligendo uno stile di vita agiato e aristocratico, il marchese si fece incoronare “The Prince of Prints” dai giornalisti di moda a livello internazionale, conquistati dai suoi disegni audaci e innovativi, oltre che dal suo approccio radicale nei confronti della moda del tempo. Oltre ad aver influenzato notevolmente la moda contemporanea, l’eredità di Pucci rappresenta ancora oggi uno dei momenti fondamentali dell’origine dello stile “made in Italy”, una pietra miliare del concetto di abbigliamento sportivo in Italia.
GLI INIZI
Appassionato sciatore e atleta, sempre in viaggio tra il regale palazzo di famiglia a Firenze, le montagne svizzere e l’affascinante isola vacanziera di Capri, Emilio Pucci rappresentava l’incarnazione ideale del glamour del jet-set nel dopoguerra, cosa che gli fruttò immediatamente il successo tra un gruppo di dinamiche e moderne signore. La sua carriera iniziò in maniera inaspettata nel 1947 quando creò un completo da sci assolutamente rivoluzionario, con il suo pantalone affusolato e il parka con cappuccio, fotografato da Harper’s Bazaar sulle esclusive piste da sci della Svizzera. Decise quindi di aprire una boutique a Capri dedicata ad un abbigliamento per le vacanze che univa semplicità e bellezza (coloratissimi e aderentissimi pantaloni “Capri”, camicie in twill di seta e top in jersey a righe), in perfetta armonia con il fascino naturale dell’isola, con i suoi colori luminosi e sgargianti. Il nuovo concetto di prêt-à-porter firmato riscosse un enorme successo fra la sofisticata clientela dell’isola, entusiasta di avere finalmente accesso a una moda chic e portabile allo stesso tempo. Successivamente i suoi modelli furono premiati sulla scena internazionale dalle icone femminili del tempo, tra le quali Marilyn Monroe, Sophia Loren, Jackie Kennedy, Gloria Guinness, e più recentemente, da Madonna e Nicole Kidman.
UNO STILE RIVOLUZIONARIO
Prima dei modelli Pucci le donne erano costrette in un abbigliamento rigido e strutturato, fatto di spesse imbottiture, corsetti e sottovesti che costringevano il corpo, snaturalizzandolo. In assoluto contrasto con gli stilisti della sua epoca, Pucci lavorava spinto dal desiderio di liberare le donne, concedendo loro una leggerezza nei movimenti senza precedenti. Abiti, pantaloni e top dai modelli essenziali e dalle linee fluide e sexy seguivano le curve naturali del corpo. Pur mantenendo un’allure di alto livello, i modelli Pucci si erano svincolati dalla scarsa praticità del peso, del volume, degli strati, e cosa più importante, dai costi elevati delle creazioni di alta moda. Pucci inoltre offriva alla clientela uno stile a 360° (abiti, biancheria intima e per la casa, borse, profumi, tappeti), proponendo per la prima volta a un crescente gruppo di consumatori un accesso privilegiato alle creazioni firmate.
UN MAESTRO DEL COLORE
Ispirandosi ai paesaggi naturali del Mediterraneo e alle culture esotiche, Pucci ripropone gli stessi colori intensi e sensuali nei suoi modelli, con una maestria senza precedenti. Una sofisticata fusione di tonalità - gialli limone, rosa Emilio, lavanda, azzurri ‘acqua’, verde menta - è l’impronta distintiva dello stile Pucci. Un effetto luminoso, un inno alla gioia, che catturava perfettamente lo spirito della nuova moda. Immediatamente riconoscibili, le combinazioni cromatiche di Pucci esprimono energia ed emozione, pur mantenendo una certa essenzialità nello stile di modelli e abiti.
THE PRINCE OF PRINTS
Negli anni ‘50 Pucci iniziò a sviluppare le sue stampe firmate, un turbinio di fantasie grafiche e astratte in un caleidoscopio di colori. Pulsanti forme organiche, motivi geometrici che sembravano imitare le forme dell’arte contemporanea, ma erano in realtà ispirate agli scenari naturali familiari allo stilista: dai mosaici siciliani alle bandiere araldiche del palio di Siena, dai Batik di Bali, ai motivi africani. Per la prima volta questi effetti ad illusione ottica venivano utilizzati nell’abbigliamento, con risultati di grande originalità, modelli che sarebbero stati oggetto di ripetute imitazioni negli anni a venire. Ogni stampa era firmata con il nome dello stilista, “Emilio”, una minuscola scritta a mano. Era la prima volta che il nome di uno stilista veniva utilizzato come logo.
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