Le migliori case museo di Roma


Un itinerario romano in mezzo all’arte tra le case museo di Giorgio De Chirico, Keats-Shelley, Goethe, Hendrik Andersen, Giacomo Balla

Che cosa accomuna Giorgio De Chirico, Giacomo Balla, Goethe, Keats, Shelley e Christian Andersen? Oltre naturalmente ad essere dei gotha dell’arte e della letteratura, ma sarebbe troppo facile. No, la risposta era Roma. Dove tutti hanno vissuto per un periodo della propria vita, in una casa, presso amici come Goethe o acquistandola come Balla, e che poi è diventata un museo. Del resto De Chirico diceva che la sua casa di Roma era posta “nel centro del centro del mondo”. Che, Roma a parte, sarebbe un po’ come dire che la propria casa è il cuore pulsante del proprio mondo. E in effetti la casa è il racconto della personalità e della storia di chi l’ha abitata, un’eredità della sua intimità, dei piccoli riti personali, dei gusti, ma anche della cultura e dell’epoca in cui è vissuto. Sono gli arredi stessi, i libri, i ricordi, gli oggetti quotidiani a disvelarci la vita dell’inquilino cui appartenevano, pensiamo poi se si tratta di un artista o di uno scrittore, uno come Giorgio De Chirico, Giacomo Balla, Goethe, Keats, Shelley o Henrick Andersen, appunto. E allora ce ne sono di cose da scoprire. Perciò partiamo con un itinerario che faccia il giro delle case museo più belle della città eterna.

Keats-Shelley House

Casa Museo di Giorgio De Chirico 

Attratti come un magnete dalla splendida piazza di Spagna con la scalinata di Trinità dei Monti, iniziamo da lì, e in particolare dal numero civico 31. “Al centro del centro del mondo”, all’ultimo piano del seicentesco Palazzetto dei Borgognoni, Giorgio De Chirico abitò con la seconda moglie Isabella Pakzswer Far dal 1948 al 1978, l’anno in cui morì. Il pittore metafisico lo conosciamo tutti per le tele stranianti di piazze assolate in cui convivono elementi senza nesso alcuno, disabitate o al massimo popolate da enigmatici manichini. Ma la casa museo offre molto di più con una magnifica collezione di opere, tra dipinti e sculture che dalla fine degli anni Venti a metà anni Settanta sono un percorso privilegiato sulla sua arte, da rimanerne ipnotizzati. Inoltre spiccano dei mirabili d’aprés di Grandi Maestri e molti autoritratti e ritratti della moglie Isa. Nella sala da pranzo campeggiano le “vite silenti”, mentre sculture dorate raccontano di miti omerici. E al piano superiore c’è l'atelier dell’artista e una pregevole biblioteca. 

 

Keats-Shelley House 

A pochi passi, al civico 26 sempre in piazza di Spagna, scopriamo la Keats-Shelley House, l’edificio settecentesco dove il poeta inglese John Keats morì di tubercolosi all'età di soli 25 anni, nel febbraio del 1821. Le sue stanze rivestite di scaffali, praticamente invariate dal 1909 quando divenne museo, evocano le vite di stenti di Keats e del suo coinquilino, il pittore Joseph Severn (1793-1879). Keats era venuto a Roma nel 1820 sperando che la mitezza del clima migliorasse la sua salute, e aveva affittato due stanze al terzo piano. 

Nel 1906 la casa fu acquistata dalla Keats-Shelley Memorial Association, un gruppo di ammiratori britannici, americani e italiani dei poeti romantici. La biblioteca interna è specializzata sulle vite e sul lavoro di Keats, Shelley, e altri grandi scrittori influenzati da Keats, come Byron, Wordsworth, Oscar Wilde, Walt Whitman, Elizabeth Barrett Browning, Jorge Luis Borges. Lettere sbiadite, manoscritti e altri cimeli riempiono la stanza in cui dormiva Severn. La camera da letto di Keats include reliquie, maschere mortuarie, ritratti di Keats di Severn, lettere scritte da Severn che maledicevano le autorità italiane "brutali" e un letto a barca in legno di noce del XIX secolo: l'originale fu bruciato insieme all'intero contenuto nella stanza, per prevenire la diffusione dell'infezione di tubercolosi. Alla fine della visita, da una grande terrazza al primo piano e da un’altra al secondo si gode di una gran vista su piazza di Spagna, fatta apposta per un set fotografico. 

Casa Museo di Giorgio De Chirico

Casa di Goethe 

Camminando in direzione di piazza del Popolo, al numero 18 di via del Corso, troviamo la Casa di Goethe. Prima era un luogo di ritrovo di intellettuali e artisti, e quando il più celebre scrittore di lingua tedesca Johann Wolfgang von Goethe arrivò “finalmente in questa capitale del mondo” vi soggiornò ospite del suo amico pittore Tischbein. E a parte le lamentele sui vicini rumorosi, vi trascorse un periodo felice dal 1786 al 1788. Oggi è un piccolo museo amorevolmente curato, che include incisioni di Piranesi della Roma del XVIII secolo, nonché schizzi e lettere di Goethe, oltre ad alcuni adorabili disegni di Tischbein in cui Goethe appare rilassato e sereno, regalandoci un’istantanea vivida della sua vita romana. Previa autorizzazione, i fan accaniti possono consultare la libreria con 8500 volumi, piena di prime edizioni ed edizioni rare. 

Casa Museo Hendrik Andersen 

Lo scultore e intellettuale norvegese Henrik Andersen (1872-1940) dopo essere cresciuto negli Stati Uniti scelse Roma come sua casa, vicino al Tevere, appena fuori la porta del Popolo sulla Flaminia. E qui fece costruire su suo progetto l’eclettica Villa Helene tra il 1922 e il 1925, una “palazzina con annesso studio di scultura” in tutta l’originalità di uno stile neorinascimentale arricchito di simboli legati alla sua complicata vita sentimentale. Entrare nel museo provoca una sensazione che ha quasi dell’irreale. E si tratta dell’irreale candore di una foresta di statue bianche, perlopiù in gesso, ma anche dipinti e opere grafiche che raccontano una vita spesa a rincorrere un sogno talmente utopico che difficilmente poteva trasformarsi in realtà: una “World City”, la perfetta “Città Mondiale” dove regnasse la pace. Le due grandi sale al piano terra che accolgono la collezione erano la galleria e lo studio dell’artista. Possiamo azzardare a dire che quella al museo è una visita senza pensieri, come l’Art Nouveau stessa: un abbandonarsi al puro piacere della bellezza per la bellezza. Ci abitò e lavorò fino alla morte nel 1940, e oggi la casa ospita il museo. 

Casa Balla 

L'ultima new entry delle case museo è in zona Prati. Ed è Casa Balla, l’abitazione futurista dove Giacomo Balla visse e lavorò dall’estate del 1929. Da fuori la palazzina arancione in via Oslavia sembra uguale a tante altre del quartiere della Vittoria. Dentro invece racchiude uno dei segreti meglio nascosti della capitale. Quando Giacomo Balla, la moglie Elisa e le figlie Luce ed Elica prendono possesso dell’appartamento, decidono di farne un’opera d’arte completa, un universo in cui Balla e le figlie si possano esprimere in totale libertà in un luogo magico di metamorfosi. Perciò le pareti stesse diventano tele sulle quali sperimentare forme e colori, i mobili sono progetti a cavallo tra arte e design, persino gli utensili da cucina si animano di forme originali, e le stanze sono popolate da oggetti da lui disegnati e decorati in un unico e caleidoscopico progetto totale. 

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INFO UTILI 

Distanza da Castel Romano Designer Outlet a Roma centro: circa 25 km; tempo di percorrenza circa 45 min 
 

Casa Museo di Giorgio De Chirico 

Piazza di Spagna 31, tel. 066796546,  

www.fondazionedechirico.org/casa-museo/ 

Keats-Shelley House 

Piazza di Spagna 26, tel. 066784235,  

www.keats-shelley-house.org 

Casa di Goethe 

Via del Corso 18, tel. 0632650412,  

www.casadigoethe.it 

Casa Museo Hendrik Andersen 

Via Pasquale Stanislao Mancini 20, tel. 063219089,  

www.direzionemuseistataliroma.beniculturali.it/istituti/museo-hendrik-christian-andersen 

Casa Balla 

Via Oslavia 39 B, maxxi.archeoares.it/mostre/casa-balla 

 

 

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