Roma in Vespa


Un tour nei luoghi della Garbatella, San Paolo Fuori le Mura, L’EUR e la Nuvola, sulla scia di Audrey Hepburn e Nanni Moretti

Roma è senza dubbio una città cinematografica, è fascino senza tempo. Le immagini che conserviamo di questa città onirica spesso le abbiamo viste in un film. E spesso queste immagini sono state girate dal sellino di una Vespa. E allora perché non noleggiarne una - come Gregory Peck, Audrey Hepburn e Nanni Moretti - e usarla per entrare nel cuore di Roma e scoprirla dentro ma anche fuori le mura?

Shutterstock/Gabriella Clare Marino

E le scene di Roma in Vespa sono talmente iconiche che fanno parte dell’immaginario collettivo. Così senza nemmeno accorgercene ci immedesimiamo nei panni di Audrey Hepburn e Gregory Peck, che in Vacanze romane (1953) scorrazzano su una Vespa 125 tra le strade del centro storico, ripresi davanti alla scalinata di piazza di Spagna o alla Bocca della Verità. Oppure nei paparazzi che nella La dolce vita di Federico Fellini (1959) inseguono sulle due ruote i vip e le stelle del cinema lungo via Veneto. O di un Nanni Moretti che nel primo episodio di Caro Diario (1993) attraversa la città su una 150 Sprint Veloce, guidando lo spettatore tra i suoi monologhi e le architetture dei quartieri periferici rendendo immemorabili i viali con i villini costruiti nella città-giardino della Garbatella (a sud di Roma), ma anche i palazzoni anni ’70 di Spinaceto (a sud-ovest, oltre il Grande Raccordo Anulare), le ville di Casal Palocco (tra Roma e il mare di Ostia), fino al monumento in memoria del regista e scrittore Pier Paolo Pasolini.
Lo dice anche il giornalista francese Daniel Psenny, che ha firmato un reportage sul prestigioso Le Monde consigliando di ammirare le bellezze della capitale dal sellino dello scooter. “Roma in moto è un sogno. È imbattibile e può essere esplorata nelle sue parti più nascoste. Una città aperta agli scooter. La bicicletta sarebbe più ecologica, passeggiare a piedi più sportivo, ma scoprire le vie in Vespa è un vero must per i cinefili”. E non solo per i cinefili, aggiungiamo noi.

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La Garbatella

Se si vuole essere un visitatore moderno, di quelli che non si accontentano più soltanto del centro, di monumenti e di musei ma che vanno alla ricerca di itinerari poco mainstream, bisogna passare qualche ora alla Garbatella. 
E chi meglio di Nanni Moretti può guidarci nella sua piacevole scoperta. “La cosa che mi piace più di tutte è girare a vedere le case, vedere i quartieri, e il quartiere che mi piace più di tutti è la Garbatella”(Caro Diario). Su certi ponti sopra il fiume – scrive nel suo diario il regista – sarebbe bello poter passare in Vespa decine di volte al giorno. Così Moretti in Caro Diario si diverte e girare in vespa lungo viali e vialetti in questa periferia di edilizia popolare inaugurata nel 1927. Anche se oggi ilsolo carattere periferico è decisamente superato, perché l’indole estroversa dei romani sembra riflettersi su questo pezzo di città che è stata trasformata in un vivace mosaico di palazzoni colorati, banchi di frutta e verdura, giardini, alberi e fiori, biciclette e borse della spesa, cancellate in ferro battuto e vecchie insegne scolorite che ne fanno sono un insieme architettonico armonioso in tutte le sue parti.

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San Paolo fuori le Mura
La Garbatella è vicina a un altro luogo altrettanto significativo per dimensioni e per importanza, e altrettanto facile da raggiungere in scooter. Si tratta della basilica di S. Paolo che si chiama ufficialmente fuori le Mura”, la seconda chiesa di Roma per grandezza dopo S. Pietro. L’imperatore Costantino la fece costruire nel IV secolo all’esterno delle Mura Aureliane, nel luogo dove secondo la tradizione venne sepolto l’apostolo Paolo, decapitato sotto Nerone. Il clima vivace e i colori della Garbatella si propagano fino alla basilica lungo la via Ostiense, che è caratterizzata da una galleria a cielo aperto di graffiti ai muri. Ma poi i rumori rimangono fuori dalla chiesa che, seppur sempre affollata, conserva all’interno un religioso silenzio.
Dentro l’edificio gruppi di pellegrini e visitatori si aggirano pieni di ammirazione, a volte intimoriti dalle dimensioni. Eppure la basilica non è più quella di Costantino, ai primi dell’800 è stata infatti
distrutta dalle fiamme, e poi ricostruita quanto più fedelmente si potesse. Tuttavia e per nostra fortuna non tutto è andato perduto e così l’arco trionfale o le meravigliose colonnine in marmo decorate da mosaici sono ancora quella della Roma duecentesca.

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L’EUR
L’itinerario prosegue con qualche minuto in vespa lungo la Via Ostiense, direzione mare, che si affianca alla via Cristoforo Colombo. Qui i suoni di sottofondo non sono più il cinguettio dei mercati o il mormorare dei pellegrini di S. Paolo, ma quelli dell’attrito degli pneumatici contro la strada, fino a raggiungere una specie di città metafisica: il quartiere dell’EUR, l’Esposizione Universale di Roma.
Questo strano mondo con ampi viali e immensi edifici squadrati è quasi una città nella città, che una schiera di urbanisti e architetti capiscuola ha costruito in dimensioni decisamente monumentali, negli anni in cui nel mondo stava per scoppiare la seconda guerra mondiale. Dell’esposizione che avrebbe dovuto aprirsi nel 1942, ma che la guerra impedì, rimangono l’elegante Palazzo dello Sport e soprattutto, a svettare al centro, quell’emblematico, incredibile cubo ad arcate regolari che è il Palazzo della Civiltà del Lavoro, popolarmente soprannominato “il Colosseo quadrato”.
Qui si passeggia, anzi viste le dimensioni è più giusto dire che si cammina in effetti. Rispetto al centro storico di Roma, tutto è gigantesco e quasi fuori scala, anche le distanze e le dimensioni dei caffè e dei negozi. Se poi si è stanchi di ammirare il patrimonio architettonico si può scegliere il verde sotto i grandi pini del parco, o magari la serenità che ispirano le canoe del Lago verso il Palazzo dello Sport.

I musei dell’EUR
L’idea dell’esposizione del 1942 doveva essere proprio quella di presentare al mondo l’Italia. E anche oggi, sparsi nell’EUR, ci sono una serie di musei che, anche a giudicare dai commenti dei visitatori che si avvicinano ai picchi di apprezzamento, rivelano un certo interesse. Nel Museo delle Civiltà, nella sezione Alto Medioevo, per esempio, si fa la conoscenza dei Longobardi, che in origine non era un popolo italiano, ma che dell’Italia rimase affascinato circa 12 secoli fa. Anche le altre cinque collezioni del Museo della Civiltà sono tematiche: preistoria, enografia extraeuropea, arti e tradizioni popolari, arte orientale, italo-africano. E poi c’è il planetario, appena riaperto al pubblico e con una nuova tecnologia digitale.


Adobe Stock/mariettothebest

La Nuvola - Centro Congressi di Roma
L’ultimo arrivato sulla strada che da Roma va al mare è il centro congressi inaugurato nel 2016, progettato dall’archtetto romano Massimiliano Fuksas. È una costruzione letteralmente aerea, una sorta di guscio rettangolare paragonabile per dimensioni al Palazzo della Civiltà del Lavoro, ma trasparente di vetro e contenente una nuvola di metallo e teflon di 3500 mq, sospesa. E si capisce come mai lo chiamano “la Nuvola” anche se non è il suo nome ufficiale: perché via via che si sale con le scale mobili si ha la sensazione di elevarsi tra ambienti curvilinei e leggeri e trovarsi a fluttuare in cielo. E se non si riesce a visitarlo dall’interno, vale almeno la pena fotografare la Nuvola da via Cristoforo Colombo, perché da qui sembra veramente di toccare il cielo con un dito.

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INFO UTILI
Distanza da Castel Romano Designer Outlet a Roma centro: circa 25 km; tempo di percorrenza circa 45 min

Palazzo dello Sport. Piazzale Dello Sport 1, tel. 06540901, www.palazzodellosportroma.it

Palazzo della Civiltà del Lavoro. Quadrato della Concordia, tel. 0633450970, www.fendi.com

Museo delle Civiltà. Piazzale Guglielmo Marconi 4, tel. 06549521, museocivilta.cultura.gov.it

Planetario. Piazzale G. Agnelli 10, tel. 060608, www.planetarioroma.it

La Nuvola (Roma Convention Centre). Viale Asia 40-44, ingresso ang. via Cristoforo Colombo, tel. 0654513701, wwwromaconventingroup.it

 

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