Rione Sanità


La felice storia di un ex ghetto: rigenerazione urbana e culturale del Rione Sanità

Per secoli cimitero della città, poi ghetto, off limits. Tutta colpa di un ponte, che anziché unire ha diviso. Primi anni dell’Ottocento: Giuseppe Bonaparte e poi Giacchino Murat progettano il ponte della Sanità per facilitare l’accesso alla reggia di Capodimonte, tagliando fuori dal resto di Napoli il Rione Sanità. Una periferia chiusa da cui sembrava impossibile risalire, emergere: o emigravi o eri Totò, che tra queste vie ci è nato e cresciuto. E invece. Nel 2004, Padre Antonio Loffredo, parroco della Basilica di Santa Maria della Sanità, comincia a fare rete tra gli abitanti del quartiere, fa nascere cooperative e associazioni, trasformando gradualmente la zona in un centro di fermento culturale e sociale ancora in crescita.

Catacombe di san Gennaro

Le Catacombe

Una città sotto la città. Le catacombe di San Gennaro e di San Gaudioso trovano spazio nelle viscere della città, raccontandone la storia più antica e lo strettissimo legame che Napoli ha con la fede. Cimiteri sotterranei, ma anche luoghi di preghiera per i primi cristiani. Punto di incontro tra Occidente e Oriente, ma anche intreccio di sacro e profano. Ambienti multiformi che narrano storie di vita e di morte, di imprese e miracoli. Le spoglie di Sant’Agrippino e San Gaudioso (vescovo africano), la tomba di San Gennaro, cunicoli, pietre, affreschi e mosaici, altari. Complessi monumentali di grande valore archeologico, storico e religioso. Eppure abbandonati e trascurati per anni. Finché Padre Loffredo, insieme ai ragazzi della Sanità uniti nella cooperativa la Paranza e poi nella Fondazione San Gennaro, lo hanno preso in gestione e lo hanno radicalmente rigenerato. Anche l’impianto di illuminazione, in grado di valorizzare i chiaroscuri preservando il patrimonio pittorico del sito, è stato realizzato dall’Officina dei Talenti, cooperativa formata dai ragazzi del quartiere. E poi un accesso inclusivo grazie a percorsi di visita per ipovedenti e non vedenti e all’assenza di barriere architettoniche.

Cimitero delle Fontanelle

Il Cimitero delle Fontanelle

Il fervore religioso a Napoli è tangibile già per strada, tra modi di dire, richieste di intercessioni, immagini sacre nelle tasche pronte all’occorrenza, edicole votive come piccoli altari fra i vicoli. Ma visitare il cimitero delle Fontanelle vi fornirà la prova schiacciante di questa devozione. Inserito in una cava di tufo, fu la fossa comune degli appestati del 1656 e dei caduti dell’epidemia di colera del 1837. Fu don Gaetano Barbati a sistemare qui crani e ossa delle vittime, divenute per il popolo anime “pezzentelle”, abbandonate, rimaste tra la terra e l’aldilà. È un luogo di grande passione e devozione, dove i napoletani vengono ad adottare una capuzzella (teschio): le danno un nome, accendono un lume e la venerano in cambio di una grazia o di un numero fortunato da giocare alla lotteria.

Il cinema al rione Sanità

Il cinema al rione Sanità

È dagli anni ‘50 che il quartiere è d’ispirazione per il cinema d’autore. C’è stato il neorealismo di Vittorio de Sica, che tra queste strade ha girato L’Oro di Napoli, nel 1954, con Totò e Sophia Loren, e Ieri, oggi e domani, nel 1963, interpretato ancora dalla diva nel ruolo di protagonista. Più recentemente Mario Martone, prima con Il Sindaco del Rione Sanità, adattamento dell'omonima opera teatrale di Eduardo De Filippo, che si è aggiudicato il Leoncino d’Oro alla 76esima mostra del Cinema di Venezia, poi con Nostalgia, una pellicola tratta dall’omonimo romanzo postumo di Ermanno Rea, con Pierfrancesco Favino, in concorso al Festival di Cannes nel 2022.

"Luce" di Tono Cruz in piazza sanità

Street Art tour nel rione Sanità

Un’arte urbana che colora, denuncia, protesta e offre speranza. Il rione Sanità ha cambiato i connotati grazie a interventi magistrali di artisti di fama internazionale.  Ad ogni angolo, in ogni vicolo, si svelano opere che invitano alla riflessione. In vico Buongiorno: Mowgli dell’argentina Irene Lasivita, i volti di donna e La benedizione di Dio del messicano Addi Facte. In vico Misericordiella il murale del collettivo FX (Nu 'mmescà 'e fantasme cu ll'angiule - Don't mix up ghosts with angels), una Madonna e un Gesù bambino dai caratteri afro (testimonianza della vocazione all'inclusione del quartiere) che toglie un demone dalla testa di un bambino. In via Mario Pagano l’opera corale di Antonio Cotecchia, un omaggio alla napoletanità, con i volti di Eduardo De Filippo e Massimo Troisi a fare da guardia a tradizione e cultura locale, rappresentate da tante icone della città. In via Montesilvano - in cui le edicole votive sono state sostituite da “edicole della cultura” poiché al posto di santi e Madonne sono stati installati scaffali di libri – campeggiano le immagini di Sophia Loren, Eduardo de Filippo di Mario Schiano e le foglie colorate di Gianluca Raro. In vico Lammatari il romanticismo dei personaggi di Alex Senna, in bianco e nero. Poi Maradona e Pino Daniele dal punto di vista di Cotecchia.

Tieneme ca’ te tengo di Jerico Cabrera

In vico Lammatari il romanticismo dei personaggi di Alex Senna, in bianco e nero. Poi Maradona e Pino Daniele dal punto di vista di Cotecchia. In vico Arena della Sanità la rappresentazione di Totò e Peppino ne La banda degli onesti dello spagnolo Tono Cruz, che ha firmato anche l’opera Luce in piazza Sanità: i volti dei bambini del quartiere dentro un fascio di luce a occhio di bue, un faro di speranza e cambiamento futuro.

È stato l’argentino Francisco Bosoletti invece a mettere mano alla parete della basilica di Santa Maria della Sanità su cui spicca l’opera ResisTiAmo, storia d’amore e resilienza di due giovani del quartiere.

Mentre sulla parete che affianca la facciata della basilica di San Severo, il variopinto Totem della Perseveranza di Matu, un inno alla musica (forme e colori rappresentano un componimento sinfonico) e alla perseveranza dei giovani del quartiere. Proprio qui, dove ha sede l’orchestra giovanile Sanitansamble, un progetto educativo e musicale che offre ai più piccoli un futuro lontano dalla strada. Infine, il filippino Jerico Cabrera ha dipinto l’ascensore del ponte della Sanità con il murale Tieneme ca’ te tengo, che ritrae due giovani stretti in un abbraccio.

INFO UTILI 

Distanza da La Reggia Designer Outlet:
circa 27 km; tempo di percorrenza circa 30 min

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