La Reggia di Caserta


Visita alla Reggia di Carlo di Borbone, tra atmosfere rétro e accenni di contemporaneità

Una Versailles italiana, un Escorial napoletano, una Kensington nella Campania Felix. Sogno settecentesco (divenuto realtà) del re di Napoli Carlo di Borbone, la Reggia è una delizia fuori scala, ed è la ragione per cui Caserta figura nella lista dei luoghi che secondo l’Unesco sono Patrimonio mondiale dell’Umanità. Correva l’anno 1750 e Carlo – che avrebbe regnato qui e poi in Spagna per un’altra quarantina d’anni – si era guadagnato sui campi di battaglia l’indipendenza di Napoli da precedenti domini. La città si avviava in quegli anni a diventare una vera capitale autonoma, ma fu Caserta, protetta e tranquilla, il luogo eletto da Carlo per la realizzazione di una nuova grandiosa residenza reale. Per oltre un secolo, in primavera e in autunno, la corte di Napoli si sarebbe stabilita qui..

La Reggia di Caserta

La magnificenza della Reggia appare lampante se vista dall’alto, basta un’immagine satellitare. Il gigantesco rettangolo verde, un po’ irregolare a dire il vero, che risalta nel bel mezzo della città di Caserta, è il parco del Palazzo reale. È chiaro che, per dimensioni e stile, l’architetto incaricato dal re, un certo olandese Lodewijk van Wittel, nome italianizzato in Luigi Vanvitelli, aveva preso a modello la reggia di Versailles, forse anche perché Carlo di Borbone era imparentato con la monarchia di Parigi.

Gli interni della Reggia di Caserta

La grandiosità continua all’interno. Facile rimanere sbalorditi davanti lo scenografico scalone d’onore e alla Cappella Palatina, che ha un’ovvia derivazione parigina, evidente nella pianta rettangolare coperta da volta a botte e abside semicircolare. Poi il soffitto a cassettoni di legno, pavimento di marmi multicolor, la scala che porta alla tribuna da cui la famiglia reale assisteva alla messa dall’alto. Il design settecentesco lo si ritrova solo in parte negli Appartamenti, che sebbene abbiano perso gran parte degli arredi per via di terremoti e razzie (da Napoleone prima e dai piemontesi poi, che però hanno lasciato il bidet della regina Maria Carolina, perché non sapevano che farsene di “un oggetto a forma di chitarra”), conservano tutta l’eleganza dell’epoca. Altre stanze invece riflettono un gusto ottocentesco.
Ma c’è dell’altro. Perché negli ambienti del Palazzo ci sono anche tracce di Beuys, Haring, Warhol, per citare solo alcuni dei contribuenti alla collezione permanente monotematica Terrae Motus. Una mostra attraverso cui leggere non solo l’arte contemporanea ma anche la cronaca del drammatico terremoto dell’Irpinia del 1980. Fu questo tragico evento a muovere la coscienza di Lucio Amelio, storico gallerista napoletano, che chiamò a raccolta alcuni tra i più influenti e impegnati artisti dell’epoca. Il risultato sono 72 opere che reinterpretano il lutto e la distruzione.
E, infine, non poteva mancare un luogo per il diletto dei reali: il Teatro di Corte. Curato di persona da Vanvitelli, è una versione ridotta del San Carlo di Napoli. Anche qui, i reali s’erano riservati un posto d’onore, ovvero il palco centrale, con il baldacchino e la corona ricoperta in foglia d’oro. Oggi il Teatro di Corte è un luogo Aperti per Voi del Touring Club Italiano, visitabile grazie ai soci volontari Tci. Nota pop di tutta la faccenda: l’unica scenografia rimasta del teatro è stata restaurata con il contributo di Tom Cruise, perché qui sono state girate nel 2005 alcune scene di Mission Impossible III.

 

La Reggia

Il parco della Reggia di Caserta

Poco più di 3 km in lunghezza e 120 ettari di scenografia verde rendono il parco della Reggia uno dei più grandi parchi
urbani del mondo. Passeggiarci distende i nervi e riempie di stupore. Perché l’effetto scenografico ideato da Vanvitelli, col
susseguirsi di vasche, fontane e cascate digradanti dalla collina al piano e arricchite da grandi gruppi scultorei, è davvero
straordinario. E poi il magnifico giardino inglese, voluto probabilmente della regina Maria Carolina. Architetto paesaggista
del giardino fu Andrew John Graefer, che aveva idee ben lontane da quelle del Vanvitelli. E lo si percepisce dalla mancanza
di simmetria e prospettiva: qui i viali si adattano alle irregolarità del suolo riuscendo in improvvisi boschetti, con finti ruderi
antichi.

INFO UTILI 

 

Distanza da La Reggia Designer Outlet: circa 9 km; tempo di percorrenza circa 15 min 

 

La Reggia di Caserta 

Piazza Carlo di Borbone 8, reggiadicaserta.cultura.gov.it

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