Itinerario archeologico nelle città sepolte


Tra aree e musei archeologici da Noventa a Portogruaro, da Altino a San Donà di Piave

A volte nel nome troviamo un indizio che ci permette di conoscere meglio una persona, o una città. Per Noventa, “la nuova”, “la ricostruita” nel nome leggiamo scritto a chiare lettere il destino, perché si dà il caso che nella sua storia sia due volte rinata. Noventa prima che fosse Noventa, e che venisse citata con questo nome (la prima volta nel 1090), era una città romana del I secolo a.C. Oggi invece è una cittadina ricostruita sui resti del nucleo romano e poi di nuovo sulle macerie della Prima Guerra Mondiale, e che si srotola nel tappeto pianeggiante del basso Piave sconfinante nella laguna veneziana. In un terra che dà la sensazione della transizione, tra il Veneto e il Friuli, tra la campagna e la laguna con la promessa dell’Adriatico che si intuisce all’orizzonte. In un territorio che anticamente viveva di scambi e commerci fluviali, di porti, di colonie romane e insediamenti prosperi, con città lagunari che erano come Venezia, senza essere Venezia, e che oggi sono cittadine di campagna, ma dal cui sottosuolo riemergono i segni del prezioso passato. Per chi ama immergersi nella storia antica Noventa, ma anche le vicine Altino, Portogruaro e San Donà di Piave sono tappe di un itinerario archeologico affascinante alla scoperta delle tracce di un’antichità altrimenti invisibile.

Noventa

Area archeologica di Noventa e antica pieve di S. Mauro

Del nucleo romano del I secolo a.C. sono apparse le tracce grazie agli scavi compiuti alla fine degli anni Settanta. Nella zona archeologica sono riemersi un complesso romano, medioevale e rinascimentale. Nel periodo successivo all’epoca romana, Noventa infatti subisce il destino comune al resto delle terre lagunari invase dalle orde di barbari, e cioè la distruzione. Da questi anni oscuri, anche per assenza di documentazione alcuna, Noventa riemerge intorno al X secolo quando i Veneziani vi costituiscono un porto e un mercato sul Piave. Nei quattrocento anni successivi, Noventa vive il picco di prosperità con una pace duratura, una florida attività del porto e un lucroso commercio di cavalli provenienti dall’Ungheria. È con il tramonto della Serenissima (1797) che comincia il suo declino. L’evento più tragico della sua storia si consuma infine durante la Prima Guerra Mondiale nel 1917, quando il paese viene a trovarsi sulla linea del fuoco, ed è ridotto a una distesa di macerie. È su queste rovine che tutto, infine, viene riedificato più o meno dov’era. E così, per la seconda volta Noventa rinasce.

 

I Mosaici

Sopra i resti delle ville romane ci sono tracce di una piccola chiesa romanica, la primitiva pieve dedicata a San Mauro, fatta risalire intorno al 1100. Nell’area in cui sorgeva l’antica chiesa, sotto il livello della pavimentazione, con gli scavi archeologici sono riapparsi anche due splendidi mosaici databili alla fine del IV secolo, dai motivi geometrici eseguiti con tessere bianche e nere che per analogie nella lavorazione e decorazione, sono attribuibili alle stesse maestranze che hanno realizzato il mosaico della basilica Apostolorum di Concordia Sagittaria.

Altino

Museo nazionale e Area archeologica di Altino

La Altnoi veneta degli antichi, la Altinum dei tempi di Roma. Secoli prima di Venezia, fu città importante, di cui oggi nel sottosuolo vediamo i resti archeologici di una realtà estesa come Aquileia.

 

Altino, la città romana, aveva un centro imponente, ville lussuose e una campagna rigogliosa alle spalle. Il foro, il teatro, la basilica, le terme, un anfiteatro grande come l'arena di Verona, le porte monumentali: le tracce della città sono ancora lì, sepolte sotto la terra, nascoste fra i campi e i corsi d'acqua. Del suo smalto e grandezza oggi ci parlano i reperti del Museo, allestito in una risiera ottocentesca, e dell’Area archeologica in cui si cammina alla scoperta della storia. Storia che si rivive nei ritratti, negli oggetti quotidiani o pregiati, nei monumenti funebri e gli utensili di lavoro. Altino era infatti una città commerciale ma anche di produzioni artigianali, dal vetro alla lana, di cui sono rimasti telai, fusi e tinture. Nell’area archeologica, si passa tra i resti dell’antica pianta cittadina percorrendo la strada basolata, perfettamente conservata. Nel quartiere delle case signorili si vede ancora il mosaico della domus della Pantera, che raffigura l’animale mentre si abbevera.

 

Uscendo da Altino, un’esperienza particolarmente emozionante può essere percorrere le stesse vie d’acqua che collegavano gli abitanti dell’antica Altinum alle isole della laguna, passando da Murano, Burano, fino a Torcello, che fu una sorta di primo scalo per Altino, con una visita al suo Museo provinciale che attraversa la sua storia dall’epoca micenea (II secolo a. C.) al XIX secolo.

Portogruaro

Museo nazionale Concordiese di Portogruaro e Area archeologica di Concordia Sagittaria

Questa volta nel nome Portogruaro c’è un porto, e ci sono le gru, almeno secondo la spiegazione più avvalorata dai locali, tanto che la gru è diventata un simbolo cittadino. È Portogruaro, dai colori pastello e dall’aria da isola sulla terraferma. Il porto sopra citato era sul fiume Lemene che attraversa la città, e oggi è un corso d’acqua pigro mentre un tempo era uno crocevia piuttosto animato, in ogni caso lo specchio su cui danno le dimore eleganti e i portici.

La storia antica del luogo è ben raccontata dal Museo nazionale concordiese e nell’Area archeologica di Concordia Sagittaria, testimone della storia della colonia romana Iulia Concordia, oggi diventata Concordia Sagittaria. Un museo che ha l’aspetto e l’atmosfera di una basilica e infatti invade lo spirito con il suo silenzio solenne, in un alternarsi armonioso di marmi e sculture, monete e vetri preziosi, oggetti di uso quotidiano.

Ma Portogruaro è anche un posto dove passeggiare, con la tranquillità e certezza di ritrovare sempre la strada per il centro e qualche scorcio pittoresco da fotografare. Come sul Ponte Sant’Andrea, con la vista dei due mulini sul fiume in una delle più iconiche istantanee del luogo.

 

Il MUB – Museo della Bonifica di San Donà di Piave

Se l’interesse per l’antichità si spinge fino a volersi immergere nella storia del territorio del basso Piave, bisogna andare a San Donà di Piave che oltre a meritare una passeggiata rigenerante nella sua isola pedonale, offre il Museo della Bonifica (il MUB). Inaugurato al pubblico nel 1983, in un ex convento delle Clarisse e diviso in sezioni molto ben organizzate, con uno spazio espositivo dedicato alla Grande Guerra, il Museo ci conduce attraverso la storia del Piave lungo il filo rosso degli imponenti lavori di bonifica che ne hanno caratterizzato la fine '800 e del '900. Numerosi reperti romani rivenuti (da San Donà passava l'antica romana Via Annia), nuovi contenuti multimediali, testimonianze materiali e immateriali, storie e tradizioni ci mostrano l’intrecciarsi dell’uomo con il paesaggio e la natura anfibia del basso Piave nel corso dei secoli, dall’antichità a oggi. Il tutto lungo una rete di vari percorsi possibili non solo all'interno degli spazi museali, ma che si integrano con l'ambiente esterno.

INFO UTILI

Distanza da Noventa di Piave Designer Outlet a Altino: circa 30 km, tempo di percorrenza circa 26 minuti

Distanza da Noventa di Piave Designer Outlet a Portogruaro: circa 33 km, tempo di percorrenza circa 27 minuti

Distanza da Noventa di Piave Designer Outlet a San Donà di Piave: circa 6,5 km, tempo di percorrenza circa 11 minuti

 

 

Noventa

Area Archeologica

Via Borgo

 

Altino

Museo nazionale e Area archeologica di Altino
Via S. Eliodoro 56, tel. 0422789443

polomusealeveneto.beniculturali.it/musei/museo-nazionale-e-area-archeologica-di-altino

 

Portogruaro

Museo nazionale Concordiese di Portogruaro e Area archeologica di Concordia Sagittaria

Via del Seminario 26, tel. 042172674

polomusealeveneto.beniculturali.it/musei/museo-archeologico-nazionale-concordiense

 

San Donà di Piave

MUB – Museo della Bonifica

Viale Primavera 45, tel. 0421590250

www.museicivici.sandonadipiave.net/myportal/C_H823_MUSEO/museo

in collaborazione con logo_tci_revised_3.png

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